Musica dentro by Paolo Fresu

Musica dentro by Paolo Fresu

autore:Paolo Fresu [Fresu, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


7. Geografie degli incontri

Mi ritengo molto fortunato. Perché la mia carriera artistica quasi trentennale è costellata di tanti incontri importanti e preziosi che hanno contribuito alla mia crescita professionale e umana. E ancora più fortunato perché non ne ho programmato neanche uno, ma sono arrivati tutti per caso.

Alcuni di questi hanno lasciato un segno talmente profondo da modificare il mio pensiero, rendendomi più grande dentro. Sono stati incontri con persone straordinarie o con persone assolutamente normali che mi hanno costretto a mettere la mia personalità schiva in relazione con quella talvolta irruente di Ornella Vanoni o Patrizia Vicinelli. Oppure a condividere la mia apparente tranquillità con il carattere riflessivo di Bruno Tommaso o Roberto Cipelli. Altre volte gli incontri, come con Giorgio Albertazzi, Piera Degli Esposti o Ermanno Olmi, sono stati di una sera ma hanno lasciato un segno. Altri ancora, vissuti una prima volta, hanno tracciato un cammino di amicizia e stima duratura oppure sono stati con persone non necessariamente legate al mondo delle arti: forse questi più di tutti hanno richiesto da parte mia uno sforzo di comprensione e una domanda di conoscenza in più.

Ci sono poi quegli incontri che, pur non essendoci mai stati nella realtà, hanno lasciato ugualmente un segno, come nel caso di Michelangelo Antonioni che, a mia insaputa e con mio grande onore, ascoltava i miei dischi mentre componeva i suoi quadri e collage, o come nel caso di Marcello Mastroianni che scoprii essere appassionato della mia musica… Era la metà degli anni novanta e il mio produttore di allora, Jean-Jacques Pussiau, mi propose di intitolare l’album che mi fece guadagnare il prestigioso Django d’Or nel 1996 Night on the City (anche se ne conosco una prima stampa che porta sul dorso il titolo Nostalgia…). Io scrissi delle note di copertina in cui parlavo del senso della poesia, della notte e del silenzio. Come molti francesi, Jean-Jacques era un grande appassionato di cinema italiano e mi domandò se conoscevo Marcello Mastroianni e se potevo chiedergli di scrivere poche righe da mettere sul libretto del cd. Ma io non lo conoscevo e mi vergognavo di chiedergli qualcosa. Un paio d’anni dopo l’uscita del fortunato cd, però, lessi un’intervista che l’attore aveva rilasciato a “L’Unione Sarda” in cui, quando gli chiesero quali artisti sardi conoscesse, lui citò me, dicendo che spesso a Parigi veniva a sentirmi suonare nei locali della rue des Lombards. Un paio d’anni dopo quell’intervista Mastroianni morì. Peccato non averlo potuto conoscere e incontrare magari proprio al Sunset con i suoi piccoli sedili rossi e le mattonelle bianche che ancora oggi lo fanno sembrare una vecchia stazione della metropolitana.

Un altro incontro “fantasma” ma per me toccante è stato quello con lo scrittore sardo Sergio Atzeni. Penso che Passavamo sulla terra leggeri sia uno dei componimenti più poetici e profondi mai scritti sul popolo sardo e sono convinto che abbia tracciato la strada per quel “rinascimento” della letteratura sarda che oggi molti conoscono, anche se il termine non mi piace perché presuppone una rinascita luminosa dopo un periodo di oscurità che invece, secondo me, non c’è mai stato.



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